Riti di Passione

Forse è da quel lontano 1633, anno di fondazione della Congrega dell’Immacolata, che si iniziò a portare in spalla la tomba di Gesù morto. Le prime testimonianze scritte provengono dai libri contabili istituiti per meglio gestire un’organizzazione che negli anni aveva assunto una forma sempre più complessa e che accoglieva al suo interno parroci, notabili, contadini e artigiani di allora. C’era un intero paese riunito all’appuntamento del Venerdì Santo. Come in una vera rappresentazione teatrale con attori, registi e figuranti, ciascuno portava il suo contributo alla riuscita dell’evento. Rimanevano solo alcuni ruoli da assegnare nel giorno della processione ed erano quelli dei “portatori” dei monumenti sacri. Per “La tomba”, “L’Addolorata” e il “Mistero di Gesù nell’orto degli ulivi” si procedeva all’incanto, una sorta di moderna asta pubblica dove partecipavano gruppi di dieci persone che offrivano denaro o derrate alimentari per aggiudicarsi l’onore del ruolo. Gli ultimi testimoni ricordano don Nicola Allevato e don Peppino Vairo, rispettivamente parroco e cappellano, collocati all’inizio della scalinata della Chiesa Matrice dove la folla dei cittadini esprimeva a voce alta la propria offerta al rialzo. L’appuntamento era intorno alle ore 9.00, un’ora prima dell’inizio della processione.

Ad aprire il rito sacro era il cerimoniere che guidava il gruppo dei processanti con il compito di coordinare l’ordine e l’andatura. Il percorso si snodava nella parte alta del centro storico, passando per le principali chiese del paese con arrivo al Convento e ritorno alla Chiesa di San Giuseppe, attraverso via di Santo Spirito. Dietro il cerimoniere si accodavano una grossa croce realizzata in cartapesta e due file di ragazzi in camice bianco e con in mano una lancia.

Si trattava di un’asta di legno della lunghezza di due metri circa alla cui sommità venivano fissati attrezzi in miniatura utilizzati per la crocefissione di Cristo. Ciascuno di questi attrezzi, chiodi, tenaglie, corona di spine, veniva custodito dalle famiglie per i propri figli e le generazioni a venire ma, per chi ne era sprovvisto, la Congrega aveva messo a disposizione un deposito aperto a tutti.

A seguire il gruppo dei ragazzi erano due crocifissi con fiocchi, portati da bambine vestite di bianco.

Al centro della processione sfilavano gli otto misteri realizzati dall’artigiano Giuseppe Cristofaro nei pressi della Fontana del Forno.

Erano portati da adolescenti in camice bianco ed erano preceduti ciascuno da un gonfalone che descriveva un momento della Passione.

Ad anticipare la tomba di Gesù erano due file di confratelli vestiti in camice bianco e mantellina celeste e recanti sul capo una corona di spine. Tra di loro si distinguevano il priore, il procuratore e il cassiere che portavano al collo un medaglione raffigurante l’Immacolata. La tomba era sorretta a spalla da sei uomini vestiti in camice bianco.

 

Ai lati sfilavano quattro fiocchi portati da un rappresentante della Confraternita di San Giuseppe, un rappresentante del Comune, un rappresentante della Comunità e un collaboratore stretto del parroco. A ridosso della tomba c’era un gruppo di fedeli. Dietro di loro uno stendardo a due pali raffigurante un’immagine sacra. Seguivano infine, le sorelle dell’Addolorata in processione avanti la statua della Madonna, portata a spalla da quattro uomini

A chiudere il lungo corteo erano la banda musicale e il gruppo dei fedeli.
A partire dal Concilio Vaticano II l’appuntamento fu spostato al sabato mattina con inizio alle ore 11.00. Durante questi anni si susseguirono alla guida della parrocchia tre parroci, Don Aldo del Giudice, Don Vincenzo Mascaro e Don Pietro De Luca. Toccò a quest’ultimo riformare il rito del Venerdì Santo nel 1982. La prima novità introdotta riguarda la partecipazione della Congrega di San Giuseppe, dei gruppi parrocchiali e dell’amministrazione comunale. Dal 1982 la processione viene organizzata ad anni alterni dalle due Congreghe. San Giuseppe partecipava all’evento con due file di confratelli vestiti in camice bianco, mantellina nera, medaglione raffigurante l’effigia del santo e sul capo una corona di spine. La processione venne spostata al venerdì con inizio alle ore 21.00. I gruppi parrocchiali, scout e Acr in primis, aprivano il corteo, a cui seguiva un crocifisso con fiocchi portati da bambine vestite in camice bianco e mantellina celeste. In coda alla processione, infine, il gonfalone dell’amministrazione comunale che aveva aderito alla manifestazione con una delibera votata dal consiglio comunale.